Wednesday, October 20, 2010

Storia di un minuto.

SBAM!
"Quarantasette."

Il piede del Sensei si appoggia sul casco di protezione, consistente al punto giusto per farmi capire che il colpo è arrivato, leggero al punto giusto per non farmi accasciare in terra.
Sono nel Dojo. Credo che la lezione sia iniziata da un po', ma non so esattamente da quanto. 
Ho immagini sfocate di quello che è successo prima, ed immagino che quello che verrà sarà ugualmente distaccato, come una fotografia passata più volte al Photoshop.
Cerco di saltellare. Invio il comando al corpo e lui mi fa capire che ha reagito al comando, ma non ho modo di controllare se effettivamente le gambe si stanno muovendo. Non posso staccare gli occhi dal rosso, se solo penso di distrarmi me la fa pagare. 
Continuo a guardare il rosso negli occhi, inizio la rotazione di un Mawashi Geri Gedan, lo para e me ne restituisce due, uno Chudan (parte centrale-sinistra del torso) e uno Gedan (gamba sinistra) che riesco a parare sollevando leggermente la gamba con un Sune Uke. La combinazione tra calcio circolare, parata e regole Shinseikai (senza guantoni, pugni al viso non ammessi) rende le distanze corte e ancora meno adatte a pericolose mancanze di concentrazione o lucidità. Il viso del rosso è a qualche palmo dal mio. Non alzo la guardia, probabilmente non riuscirà a tirare un Mawashi Geri Jodan (calcio circolare alla parte alta del corpo, il viso) da così vicino. Sbagliato.

SBAM!
"Quarantotto. Alza quella guardia."

Sistemo il caschetto in fretta, con il colpo n. 48 si è leggermente girato verso destra. Il paradenti non aiuta a respirare correttamente, ma è un prezzo ampiamente conveniente da pagare per esprimersi correttamente dopo la fine dello sparring. Decido di farmi avanti, in maniera dissennata, ma ritorno subito in guardia dopo un amaro sorriso (interiore), ricordandomi della spiegazione non-verbale del Sensei ad un mio approccio analogo durante uno di questi sparring autunnali, e della spiegazione verbale seguente ("Non usare mai il tuo fisico per affrontare l'avversario."). Meglio stare calmi. Attendo l'attacco cercando un Sabaki (scartamento laterale) che non riesco ad effettuare, il rosso è troppo veloce. Tira due Shita Tsuki (piccoli montanti alla bocca dello stomaco) in successione che riesco ad apprezzare nella loro interezza e un Mawashi Geri Gedan (basso) che riesco quasi a parare. Non riesco a parare, però, il colpo successivo diretto al caschetto.

SBAM!
"Ed ecco il Quarantanove."

Troppo tardi mi accorgo che la guardia era bassa. Un attacco adeguato (segno +) ed una difesa non adeguata (segno -), per legge matematica, risultano in un match molto breve (segno -). Questa me la ricorderò, potrebbe farmi comodo in futuro.
Provo una combinazione Mae Mawashi Geri Gedan e Mawashi Geri Gedan, la prima è parata dal rosso, la seconda no. Continuo con un Sanbon Tsuki (sequenza veloce di tre pugni) dove percepisco di essere andato a segno almeno una volta, forse due. Questo pensiero non si è ancora consumato interamente quando sento (prima) un Ushiro Geri Chudan (calcio all'indietro indirizzato alla parte centrale del corpo) e vedo (poi) il rosso che esegue la tecnica. Il colpo arriva prima della sua concretizzazione visuale, ed Einstein ne sarebbe orgoglioso. Abbasso la guardia. E arriva, puntuale, il promemoria, sempre diretto al caschetto.

SBAM!
"Cinquanta. Bingo!"
"Yame!"

Allo Yame (il segnale di fine) il rosso si ritrasforma nel Sensei, e mi ricorda della mia guardia bassa. Prima che il resto della lezione si sottoponga a dissolvenza incrociata verso il recupero, un'ultima considerazione continua a saltellare in pieno spirito Shinseikai.
"Quando stai facendo Kumite non farti giocare mai a tombola".

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