Thursday, September 3, 2009

Day Zero (+2)

Inizio questo blog con due giorni di ritardo, anche dovuti alla valutazione dell'opportunità di trasferire le prime impressioni, le sensazioni ed i pensieri su carta (o equivalente fotonico) relativi all'UPA (Ultima Pazza Avventura). Parte di me nutre ancora qualche sano dubbio sulla riuscita di questa iniziativa, mentre l'altra parte sfrigola, sogghigna, sbuffa e saltella in attesa dell'allenamento di stasera.

[Stacco - Flashback Martedì 1° Settembre, 2009]
(Ben) consigliato dal Sensei (il maestro, un collega di cui ho stima) e da un recente discepolo (altro collega, eguale stima) mi presento, inerme-implume-imbelle, all'inizio dell'anno accademico 2009-2010 Shinseikai Karate (Full Contact) per la prima lezione.
Non so nulla di questa disciplina, ho solo le sincere e passionali informazioni del discepolo e qualche indizio che il Sensei mi regala lasciando a me la decisione di provare ed eventualmente di partecipare al corso aperto a tutti.

Arrivo quando gli agonisti svolgono l'allenamento, e faccio di tutto per non farmi vedere, riuscendoci benissimo (la sopravvivenza è l'istinto chiave nei bipedi basati su carbonio). I minuti passano veloci, mi vesto (non sono richieste le protezioni, almeno per le prime volte) ed in breve arriva il momento cruciale (speravo che l'attesa durasse un po' di più).

Non ricordo di aver avuto una esperienza simile in vita mia. La prima parte, mi viene spiegato, è riscaldamento dinamico, che equivale, per se, ad un abbondante allenamento a base di movimenti, flessioni, estensioni di membra, muscoli, legamenti e parti del corpo che - lo confesso - non ho mai utilizzato.

La seconda parte è dedicata alla tecnica, di cui non conosco i rudimenti (non ho mai combattuto nè praticato arti marziali) e che mi vedono goffo, lento e fuori tempo.

Verso la fine perdo lucidità, qualcuno (credo il Sensei) chiama la fine della lezione e riesco, dopo il saluto al maestro, a strisciare fino agli spogliatoi della palestra. Grazie a Santa Pupa, protettrice dei bambini, degli inetti e dei Noobs riesco a comandare nel giusto ordine le leve dell'autovettura, fermarmi al sushi-bar viciniore e mangiare tekka maki e sashimi, reso radioattivo da quantità di wasabi bastanti per l'intero Decumano Est.

Camminando piano piano, con piedi sottoposti a fucilazione preventiva da vesciche opportunamente formatesi durante il training, riesco anche a comprare la Connettivina e bende in una farmacia notturna vicino casa.

E' ora di dormire.

[Stacco - Flashforward Mercoledì 3 Settembre, 2009]
Dopo 36 ore dal primo allenamento, devo ridefinire il concetto di essere in forma. Non riesco ad alzarmi dal letto, il mio camminare, intervallato da lamenti molto poco Yoga, è il giusto mezzo tra Robocop e uno strafatto alcolico. Dove i tendini non causano dolore, ci pensano le vesciche. Ancora devo iniziare il mio percorso, ma la 'presentazione' di quello che mi aspetta non sembra affatto male :-). Voglio continuare, se il corpo me lo permette.

Mentre mi vesto a velocità bradipo, mi salta in mente di registrare queste sensazioni su di un blog. Non per altri, ma per me. Non voglio scordarle.
E mi ripeto: spero di poter imparare molto. Sugli altri, su di me, su quanto sia necessario ed inevitabile continuare ad apprendere, in qualsiasi punto della propria vita. Imparare e ridefinire la pazienza, la perseveranza, la voglia di superare se stessi.
E stasera si continua: 押忍 !!

Grazie, Sensei, e grazie a Dario.

No comments: