Tante volte ho pensato alla sequenza numero sette. Ed in tante guise, una differente dall'altra. Ed ognuna non descrive abbastanza la centrifuga che sembra avere preso il posto del cuore. Le passo in rassegna mentalmente, come carte da gioco: sembrano tutte prese da mazzi di carte differenti, sembrano tutte mie ma nessuna carta veramente mi appartiene. L'unico elemento veramente attivo in questi giorni è stato il tasto Backspace. Più inizio a scrivere e più cancello.
Cancello. Non sono io.
la bianca cintura che vi tiene stretta;
e indugia - tanto è candida e perfetta -
ad indossarla come preferita.
e quel che stringe par cosa scipita
per l'occhio intento all'esame che l'aspetta...
Cancello. Troppo tronfia. La poesia, nel 2011, interessa a pochi.
Cancello. Il mondo è già pieno di bellissimi aforismi.
Ho già cancellato, in sequenza:
- Un acrostico SHINSEIKAI fatto in rima inclusiva.
- Un breve racconto ambientato negli anni '70. Ometto la trama, potrei riusarla.
- Una lettera al Sensei.
- L'esame visto dagli occhi dei miei figli, utilizzando il loro gergo.
- Un montaggio video fatto con un brano che richiama il titolo di questo post.
- La combinazione di tutto quello scritto sopra in un post ciclopico.
Rimangono alcune righe scribacchiate, un sogno, una cintura gialla - nuova di pacca - ed una cintura bianca, che porto sempre in borsa.
La cintura bianca è uno stato mentale, un luogo ed uno stimolo.
E' quello che sento di essere, è da dove sono partito e dove potrei tornare se manca lo spirito giusto, e lo stimolo a crescere ed evitare pericolosi autocompiacimenti.
Rimangono alcune righe scribacchiate, un sogno, una cintura gialla - nuova di pacca - ed una cintura bianca, che porto sempre in borsa.
La cintura bianca è uno stato mentale, un luogo ed uno stimolo.
E' quello che sento di essere, è da dove sono partito e dove potrei tornare se manca lo spirito giusto, e lo stimolo a crescere ed evitare pericolosi autocompiacimenti.
No comments:
Post a Comment